Pubblichiamo testo dell’omelia del Cardinale Oscar Cantoni, pronunciata domenica 2 Giugno, in chiusura visita pastorale a Morbegno
“La Visita pastorale a questo Vicariato si conclude in questo giorno in cui, con tutta la Chiesa, celebriamo con particolare solennità il Corpo e il Sangue del Signore. Una bella e felice occasione per sentirci insieme popolo di Dio radunati dalla Eucaristia al centro.
Siamo così invitati a concentrarci su di Lui, Cristo risorto, che si dona offrendosi in sacrificio al Padre, perché noi, a nostra volta, siamo messi in grado di diventare come Lui, capaci di donare la vita, di concepire la nostra vita come una vocazione all’amore, cioè al dono di noi stessi.
Non è facile per noi donare la vita, impegnarci nella fatica perseverante perché quotidiana e non solo nelle grandi occasioni, così come non è stato facile per gli uomini del primo testamento corrispondere all’alleanza che Dio intendeva stabilire con il suo popolo, una alleanza che richiedeva fedeltà, come abbiamo ascoltato nella prima lettura dal libro dell’Esodo. Dio, invece, è sempre fedele alle sue promesse, mantiene i patti stabiliti. Siamo noi uomini incostanti, molto volubili, condizionati dalle circostanze avverse e dai buoni propositi che restano spesso solo nelle nostre intenzioni e non si concretizzano in scelte di servizio ai fratelli.
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nella pienezza della sua umanità, ha saputo donarsi liberamente al Padre, in un amore pieno di fiducia e ha stabilito con lui, a nome nostro, una nuova ed eterna alleanza, donando sé stesso, con il suo corpo offerto e il suo sangue sparso per noi. Ecco il senso della Eucaristia, come ci è stata narrata dal vangelo che abbiamo oggi ascoltato. Finalmente un uomo come noi ha dato a Dio, suo Padre, un segno sicuro di piena fedeltà, offrendo sé stesso in sacrificio per amore e continua oggi a coinvolgerci tutti in questo suo libero gesto incondizionato d’amore.
Con la forza che Gesù eucaristico ci dona, anche noi, infatti, abbiamo la possibilità di fare della nostra vita un dono, non solo nelle intenzioni, ma mediante la nostra libertà, che accetta di impegnarsi nell’amore, cioè nel dono incondizionato, anche quando è costoso e non ci è tolta la fatica dell’impegno e del sacrificio.
Cari fratelli e sorelle, solo nutrendoci del Corpo e del Sangue di Cristo, vivente nella Eucaristia, possiamo concepire la nostra vita come autodonazione, liberandoci da ogni forma di egoismo e di possessività, così da poter fare tutto con amore.
Allora saremo capaci di passare dall’io al noi, da una vita, cioè, ripiegata su noi stessi a una vita condivisa dentro una Comunità. Ci sentiremo coinvolti in una storia che non è solo nostra, ma di tutti, accetteremo di sentirci responsabili gli uni degli altri e di prendercene cura.
Allora, inseriti in un cammino di Chiesa, dove tutti sono corresponsabili, avvertiremo l’ansia missionaria, dentro un popolo che ha per legge l’amore filiale con Dio e l’amore fraterno, avvertiremo che la diffusione dell’amore di Dio per tutti si manifesta mediante la nostra carità operosa, in gesti generosi anche quando nessuno ci vede. Con la forza del cibo eucaristico, che ogni domenica ci raccoglie nelle nostre comunità, potremo sentirci coinvolti nell’impegno di evangelizzazione di quanti anche nel nostro ambiente di vita, hanno rinunciato a credere, di quanti pensano di poter vivere facendo a meno di Dio, ma anche di quanti vogliono imparare a credere e a seguire Gesù perché attratti dalla nostra bella testimonianza di vita e dalle nostre buone opere. Ecco il modo per onorare Cristo vivente nella Eucaristia, ecco come Egli può esercitare il suo benefico influsso su di noi, ricreandoci come uomini nuovi, che vivono non più per loro stessi, ma per Lui, che ci ha amato e ha dato tutto sé stesso per noi.”